Donna

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  1. lacasadelsole
     
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    E Dio mi fece donna




    E Dio mi fece donna,
    con capelli lunghi,
    occhi,
    naso e bocca di donna.
    Con curve
    e pieghe
    e dolci avvallamenti
    e mi ha scavato dentro,
    mi ha reso fabbrica di esseri umani.
    Ha intessuto delicatamente i miei nervi
    e bilanciato con cura
    il numero dei miei ormoni.
    Ha composto il mio sangue
    e lo ha iniettato in me
    perché irrigasse tutto il mio corpo;
    nacquero così le idee,
    i sogni,
    l’istinto
    Tutto quel che ha creato soavemente
    a colpi di mantice
    e di trapano d’amore,
    le mille e una cosa che mi fanno donna
    ogni giorno
    per cui mi alzo orgogliosa
    tutte le mattine
    e benedico il mio sesso.

    (Gioconda Belli)






    Non mi pento di niente

    Dalla donna che sono,
    mi succede, a volte,
    di osservare, nelle altre, la donna che potevo essere;
    donne garbate, laboriose, buone mogli,
    esempio di virtù,
    come mia madre
    avrebbe voluto.
    Non so perchè
    tutta la vita
    ho trascorso a
    ribellarmi a loro.
    Odio le loro minacce
    sul mio corpo
    la colpa che le loro vite
    impeccabili,
    per strano maleficio
    mi ispirano;
    mi ribello contro le loro buone azioni,
    contro i pianti di nascosto
    del marito,
    del pudore della sua nudità
    sotto la stirata e inamidata biancheria intima.
    Queste donne,
    tuttavia, mi guardano
    dal fondo dei loro specchi;
    alzano un dito accusatore
    e, a volte, cedo al loro sguardo di biasimo
    e vorrei guadagnarmi il consenso universale,
    essere "la brava bambina", essere la "donna decente",
    la Gioconda irreprensibile,
    prendere dieci in condotta
    dal partito, dallo Stato,
    dagli amici,
    dalla famiglia, dai figli
    e da tutti gli esseri
    che popolano abbondantemente
    questo mondo.
    In questa contraddizione inevitabile tra quel che doveva essere
    e quel che è,
    ho combattuto numerose
    battaglie mortali,
    battaglie a morsi, loro contro di me
    - loro contro di me che sono me stessa -
    con la psiche
    dolorante,
    scarmigliata,
    trasgredendo progetti ancestrali, lacero le donne che vivono in me
    che, fin dall'infanzia, mi guardano torvo
    perchè non riesco nello stampo perfetto dei loro sogni,
    perchè oso essere quella folle, inattendibile, tenera e vulnerabile
    che si innamora come una triste puttana
    di cause giuste,
    di uomini belli
    e di parole giocose
    Perchè, adulta, ho osato vivere l'infanzia proibita
    e ho fatto l'amore sulle scrivanie nelle ore d'ufficio,
    ho rotto vincoli inviolabili
    e ho osato godere
    del corpo sano e sinuoso
    di cui i geni di tutti i miei avi mi hanno dotata.
    Non incolpo nessuno. Anzi li ringrazio dei doni.
    Non mi pento di niente, come disse Edith Piaf:
    ma nei pozzi scuri in cui sprofondo al mattino,
    appena apro gli occhi,
    sento le lacrime che premono,
    nonostante la felicità che ho finalmente conquistato,
    rompendo cappe e strati di roccia terziaria e quaternaria,
    vedo le altre donne che sono in me,
    sedute nel vestibolo
    che mi guardano con occhi dolenti e mi sento in colpa per la mia felicità.
    Assurde brave bambine mi circondano e danzano musiche infantili
    contro di me;
    contro questa donna fatta, piena,
    la donna dal seno sodo
    e i fianchi larghi,
    che, per mia madre e contro di lei, mi piace essere.

    (Gioconda Belli)



     
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  3. lacasadelsole
     
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    Mi piacciono le donne che sanno conoscersi e conoscerti senza sbatterti in faccia anche le presunzioni della verità.
    Quelle che decidono che quello che sono è più importante di quel che tu vorresti fargli credere che sia, e invertono il senso di marcia alla tua corsa, abbassando lo sguardo con quell’umile sicurezza, e per questo ti ci siedi accanto.
    Quelle che quando le guardi negli occhi ti fanno capire che sei ancora vivo.
    Quelle che sai che le devi proteggere e in un ossimoro ti fanno sentire al sicuro.
    Quelle che anche quando non ci sono ci sono, perché anche lo sbatter d’ali di una farfalla lontana ti si posa sulla schiena, alleggerendo la fatica di un attimo.
    Mi piacciono le donne che quando ti ammali di silenzi ti curano le parole e ti fanno uscire le nuvole dall’alito, insieme alle bugie e ai sensi di colpa, t’insegnano una lingua nuova.
    Mi piacciono le donne che fanno uso di stupefacenti emotivi senza mai aver assunto sostanze tossiche.
    Quelle che ti scippano il tempo senza che te ne accorgi e se te ne accorgi ti prendono in giro dolcemente da farsi regalare un altro giro sulla luna.
    Quelle che non sono nobili o snob ma che hanno l’eccellenza blu della modestia nel sangue, arrivano nei bassifondi a prendersi la tua vita.



    Quelle che non vanno controcorrente perché fa moda ma hanno la moda nel respiro e l’anima vintage.
    Quelle che hanno gli occhi come un caleidoscopio e in tutta quella confusione riesci a guardarci dentro e scorgerci la coccinella del futuro.
    Quelle che ti sfiniscono perché gli piace fare l’amore e senti che il momento del loro orgasmo mentale è quando vieni tu, e poi ti chiedono di restare.
    E ti fanno sentire come un animale libero tu e la tua liquida indecenza sul loro corpo, rinato dalle tue spasmodiche emozioni.
    Quelle che non sanno cucinare ma ti montano l’anima chiara e fanno dolce il tuo sorriso dopo uno scuro pomeriggio.
    Quelle imperfette che sanno rendere perfetto il volo delle tue imperfezioni.
    Quelle che lasciano che a parlare sia il tuo respiro.
    Quelle che non ti prestano il loro corpo e ti regalano e ti scopano l’anima.
    Quelle che gli tocchi un punto che non ha mai toccato nessuno, con la punta estrema dei tuoi pensieri, dei tuoi sogni, dei tuoi sbagli arrugginiti con il tetano fra la polvere e tu gli piaci così, non ti vogliono cambiare.
    Quelle che giocano la tua partita pur continuando a giocare anche la loro.
    Quelle che quando gli sposti i capelli dal viso ti si apre il sipario sul mondo e spalancano i tuoi limiti come finestre sull’infinito.
    Quelle che sono così belle che non ti vergogni a tenergli la mano mentre cammini per strada, perché ti camminano già nude nei labirinti dell’anima.
    Quelle che giocano con i tuoi battiti ma non con il tuo cuore.
    Quelle che ti sembrano comete, come te



    (Massimo Bisotti, La luna blu)
     
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